SPORT DI BASE, UN BENE COMUNE DA DIFENDERE

A due anni dallo scoppio della pandemia, lo sport di base vive di incertezze ed instabilità.

Nonostante sia un settore fondamentale per il mantenimento di un corretto stile di vita, per salvaguardare la salute fisica e mentale ed estremamente necessario alle riabilitazioni più disparate, manca il giusto sostegno da parte delle istituzioni, per far in modo che le attività possano continuare ad assolvere la loro importante funzione sociale.

Patrizio Del Bello, presidente Sempre Avanti ha espresso grande preoccupazione: “Questo è il terzo lockdown che subiamo, questa volta non governativo, ma dal basso, dove dal basso non ha un’accezione positiva come siamo abituati ad immaginare. Occorre pensare subito a misure efficaci per le realtà dello sport di base, abbandonando il sistema dei codici Ateco. Nei mesi scorsi si è creata la situazione paradossale per la quale se non si era un’impresa commerciale non si poteva accedere al sistema di ristori ed indennizzi. Svolgere attività istituzionale non significa non aver avuto perdite o non dover far quadrare i conti. Il pericolo più grande è che questa lotta quotidiana per la sopravvivenza faccia perdere di vista gli obiettivi reali che l’associazionismo e lo sport di base devono perseguire e raggiungere”.

Anche il presidente UISP, Enrico Balestra, ha esposto i suoi timori: “Stiamo vivendo un lockdown de facto: non c’è una chiusura dall’alto come nell’inverno scorso, ma tra quarantene e paura di contagiarsi moltissime persone non possono o non vogliono fare sport, almeno in questo periodo. Tutti speriamo che sia l’ultimo colpo di coda della pandemia, anche se sta crescendo sempre più un senso di rassegnazione. Il futuro è nella socialità: le persone devono poter tornare fuori e ritrovarsi in sicurezza. Il distanziamento sociale avrà conseguenze pesantissime, soprattutto tra i più giovani.”

Noi associazioni sportive ce la stiamo mettendo tutta per mantenere continuità nei programmi proposti, ma la mancanza di nuovi ristori abbinata al caro-bollette sta mettendo davvero a dura prova le nostre capacità.

Dal Comune di Bologna, l’assessora Roberta Li Calzi, si è schierata in favore delle realtà in difficoltà. “Il mondo degli impianti sportivi, in particolare quello delle piscine, è già stato colpito duramente durante la pandemia a causa delle restrizioni e delle chiusure forzate e questo aumento delle utenze mette a rischio la sopravvivenza di molte realtà locali” dichiara “Il Governo deve agire al più presto e in tempi rapidi con misure mirate ed efficaci”.

Il 12 gennaio ha partecipato, assieme agli assessori di Firenze e Roma in rappresentanza anche delle amministrazioni di Bologna, Milano, Torino, Napoli, Bari e Palermo, ad un incontro con la sottosegretaria Valentina Vezzali, che ha dichiarato di avere pronto uno studio di misure a sostegno del comparto da portare all’attenzione del Consiglio dei ministri sin subito.

Ci auguriamo che vengano presi provvedimenti in tempi brevi, per permettere una ripresa serena e sicura di quello Sport che per noi è sempre stato sinonimo di inclusione sociale e benessere, senza il quale un ritorno alla normalità è impensabile.